VOGLIO PUBBLICARE E PUBBLICO CON MOLTO PIACERE IL DIBATTITO TENUTO DAI BOYS PARMA, SULLA TESSERA DEL TIFOSO. QUESTI SONO I DUE VIDEO CHE SPIEGANO UN PO TUTTO.



DIFFIDATI CON NOI!!!!!!!



Una triste notizia, una notizia che fa male non solo a noi ultras, ma specialmente alla Curva Nord di Bergamo.
I fatti prima della gara Atalanta - Catania, hanno portato ad allontanare dallo stadio il leader della Curva Nord, il "B",con una condanna per 5 anni, e come per lui arriva il Daspo anche per altri 7 ultras Atalantini.
Nessuna indifferenza neanche per i Catanesi, che molti di loro sono stati indagati, piu o meno il numero è di cinquanta tifosi Siciliani. Così anche per loro è in arrivo la denuncia.
Con questa notizia, noi Ultras cerchiamo di stare il piu possibile vicino a loro,
e per concludere, come dire........ ONORE AI DIFFIDATI!!!!!!!

CASMS, I COMUNICATI..

Con tanta amarezza, delusione e dispiacere, comunichiamo come ogni settimana i deludenti provvedimenti presi dall'osservatorio nazionale, per le manifestazioni spostive.
Per le gare di questa Domenica è vietato il settore Ospiti nelle partite di:
Acicatena - Messina
Acireale - Ragusa
L'osservatorio ha già deciso anticipatamente per la prossima settimana e più, il divieto per i sostenitori di:
Udinese - Atalanta
Foggia - Taranto
Arezzo - Paganese
Villa Simius - Sassari Torres
Due Torri - Acireale (21/10/2009)
Formia - Sora. L'incontro si svolgerà a porte chiuse
Barletta - Manfredonia.

DELUSI PER QUESTI PROVVEDIMENTI PRESI DAL CASMS.
VICINO AGLI ULTRAS CHE RESTERANNO A CASA!!!!

LEGGIAMO UN PO'... Ultras- I ribelli del calcio...



Per capire il mondo delle curve si consiglia di leggere un libro scritto da chi vive e conosce il movimento dal suo interno: “Ultras – I ribelli del calcio. Quarant’anni di antagonismo e passione” (Bepress). L’ha scritto Andrea Ferreri, “laureato in filosofia, esperto di “cultural studies", da vent’anni attivo nel mondo ultras”.
Pubblichiamo lo stralcio di un brano del libro tratto dall’ultimo capitolo (“Una conclusione impossibile") e una breve intervista all’autore, realizzata da Andrea Cureli riportata da alcuni siti internet tra cui "ultrasblog".
“Quello che maggiormente emerge quando si parla di ultras sono le miriadi di contraddizioni che questo fenomeno ha sempre espresso dovute tanto alle differenze politico-ideologiche quanto alla frammentazione territoriale che lo contraddistingue. Di fatto e nonostante le tante incongruenze che ne hanno segnato la storia, il fenomeno ultras è stato ed è un fenomeno importantissimo all’interno del mondo giovanile italiano e non solo, un fenomeno che ha impresso valori, aggregazione, socialità e infine quell’antagonismo reale che l’hanno contraddistinto e ne hanno fatto una sottocultura ribelle(…) Ciò che preoccupa è la fine di un fenomeno così importante non si ripercuoterebbe soltanto sullo sport ma a tutta la società, in quanto come abbiamo visto più volte uno stadio di calcio e più in particolare una curva riassumono ed esasperano conflitti e tensioni relativi all’intera struttura sociale e non si limitano ai suoi rituali interni, in quanto il calcio partecipa a tutte le dinamiche sociali, siano esse politiche, economiche, estetiche. Una sua possibile fine impoverirebbe e non poco lo scenario delle forze conflittuali italiane, in quanto il fenomeno ultras è una delle ultime fonti di ribellioni ancora esistenti, e una società senza ribelli sarebbe una società morta, anche se in realtà per non nostra fortuna non è mai esistita(…)”.
L’intervista. Quando si parla o si scrive di “ultras” difficilmente i giornali vanno oltre la lapidaria condanna e altrettanto difficilmente i libri che analizzano il fenomeno si limitano a questa. Seguendo questo schema nel quale i media bocciano senza appello e lo scrittore o il sociologo cerca di capire, Andrea Ferreri ha dato alle stampe il suo libro Ultras, i ribelli del calcio. Il testo non contiene nulla nuovo nella parte iniziale che ripercorre velocemente i quarant’anni del movimento, mentre ha il merito di descrivere con sintetica precisione quelle che sono le dinamiche ultras. In appendice l’analisi si ferma per dare spazio direttamente alle voci dei tifosi. Premessa doverosa: Andrea Ferreri scrittore ed editore del libro è uno dei fondatori degli Ultrà Lecce, gruppo leader della curva salentina.
Lei pone in risalto il ribellismo, lo spontaneismo e l’antagonismo e definisce il fenomeno come uno degli ultimi spazi di aggregazione giovanile. Vuole spiegare queste caratteristiche?
"Quando si parla di ultras generalmente non viene messa in evidenza la natura ribelle del fenomeno. Invece va inquadrato tra i fenomeni antagonisti come i mods o gli skinheads. Tra l'altro con i suoi quarant'anni è uno tra i più longevi in Italia. E' una sottocultura che ha una forte rabbia sociale e per questo trova sempre meno spazi. Il fenomeno comunque è in crisi".
Lei sostiene che il mondo ultras è in piena crisi di identità e di valori, ma lo spazio che hanno oggi le tifoserie organizzate sia all’interno delle società che dei media è enorme rispetto solo a dieci anni fa. Non crede?
"Si sta svendendo la vecchia mentalità a favore di una commercializzazione del fenomeno. Prima c'era una netta divisione dei ruoli mentre oggi gli ultras si siedono al tavolo con il presidente di turno. Questo non è un bene perché inevitabilmente il fenomeno viene istituzionalizzato e perde lo spontaneismo. Questa tendenza ha riguardato prima le grandi tifoserie, ad esempio a Milano e Roma, e poi si è allargata anche alle altre realtà. Con le leggi in vigore e la tessera del tifoso poi si cerca di limitare all'aspetto folkloristico delle coreografie e dei cori quella che un tempo era una spina nel fianco del sistema calcio".
Ha introdotto il tema delle leggi antiviolenza. Negli ultimi anni c'è stato un crescente irrigidimento nei confronti degli ultras da parte dei politici e per lei questa “repressione” ha alimentato solo tensioni. Qual è allora la soluzione?
"Soluzioni reali non ce ne sono perché nonostante i raduni il movimento ultras resta un animale a più teste. Ognuno ha la sua mentalità e va avanti con quella. La politica cerca di reprimere il fenomeno perché vuole eliminare lo spirito riot".
"Fare scontri" è il metro di giudizio che permette a un gruppo di conquistare o perdere rispetto nel panorama ultras. Non le sembra che questa politica si stia rivelando controproducente?
"La violenza sicuramente ghettizza il fenomeno. Ma anche in questo caso non si tiene conto del fatto che dagli anni Ottanta in poi c’è stata una crisi di valori. Non si è tenuto conto delle rabbie sociali che si creavano e che hanno trovato il loro sfogo in uno spazio di aggregazione come lo stadio".

LA NAZIONALE INGLESE IN UKRAINA....



L' Inghilterra, già qualificatasi per la prossima coppa del mondo, sarà seguita da un buon numero di tifosi anche nella trasferta in Ukraina dove vennero aggrediti nel 2006 alcuni tifosi scozzesi. L'allarme, pertanto, è alto per monitorare entrambe le fazioni di sostenitori. Un tifoso del Lincoln City è stato arrestato per aggressione alle forze dell' ordine in occasione della gara con lo Sheffield United quando almeno 25 membri della "LTE" ( "Lincoln Transit Elite" ) si sarebbero scagliati contro agenti e fans avversari in un'amichevole precampionato. Fa discutere anche la vicenda di un supporter del Watford che per incidenti nel match contro il Luton scontò un anno di carcere e venne diffidato per sette. Attualmente, pur essendo scaduto il "banning order", il club contiena a vietargli l'accesso sugli salti, decisione che il tifoso ha deciso di contestare legalmente.

UCCISO DA UN COLPO DI ARMA DA FUOCO. CHI HA SPARATO?

In Bosnia Erzegovina, dopo la firma degli accordi di Dayton, ci sono stati moltissimi scontri tra opposte tifoserie, spesso interpretati politicamente. La spiegazione è sempre legata alla maggioranza nazionale della città la cui squadra è in campo. Ogni volta però, il lunedì dopo la partita, si torna alla realtà, e le scaramucce tra ultras vengono presto dimenticate. Ma quello che è successo domenica scorsa non può essere dimenticato facilmente, e sta creando forti tensioni soprattutto nella Federazione (croato-bosgnacca).

Mentre le forze di polizia erano concentrate a Mostar, dove si giocava il rischiosissimo derby Velež-Zrinjski, il peggio è avvenuto a 22 chilometri di distanza, nella cittadina di Široki Brijeg, di popolazione a maggioranza (100%) croata. Vedran Puljić, 24 anni, di Sarajevo, tifoso della squadra della sua città, è stato ucciso. Dopo gli scontri fra tifosi del Sarajevo, del Široki Brijeg e polizia si sono contati anche 15 feriti, molte macchine distrutte, nove arresti.

Le partite in cui giocano squadre da alcuni definite “musulmane” (Sarajevo, Velež, Željezničar, Čelik e Tuzla) contro squadre “croate” (Zrinjski, Široki Brijeg e altre) sono sempre ad alto rischio. Ma una tragedia di questo tipo, a Široki Brijeg, non se la aspettava nessuno. Meno che meno la polizia, colta del tutto impreparata.

Subito dopo la tragedia, i giornali bosniaci hanno fatto a gara nello spiegare, da opposte prospettive, quello che è successo a Široki Brijeg. Quelli “croati” hanno parlato dei cattivissimi tifosi di Sarajevo, arrivati a Široki armati di tutto, pronti a provocare e attaccare la popolazione della cittadina. I giornali “bosgnacchi” hanno invece scritto di 500 tifosi di Sarajevo aggrediti da tutti, appena scesi dagli autobus.

Ma la cosa è diventata molto più intricata dopo che hanno cominciato ad essere pubblicate le notizie sul modo in cui è avvenuto l'assassinio di Vedran Puljić.

Il portavoce della polizia del cantone Erzegovina ovest, Damir Čutura, ha dapprima parlato di una morte causata “da un'arma fredda”, probabilmente una sassata. Subito, però, sono arrivate notizie di tipo diverso. Vedran, infatti, è stato ucciso da un colpo di pistola. Nei video girati in rete si vedono i poliziotti che sparano e, secondo quanto affermano alcuni tifosi nei numerosi blog aperti sulla questione, sarebbe stato un poliziotto a sparare.

Le notizie contraddittorie hanno innalzato il livello di tensione, sia a Sarajevo che a Široki Brijeg. I forum sono diventati un vero campo di battaglia, aggiungendo benzina sul fuoco. E la storia diventa sempre più complicata...

Vai al resoconto della televisione bosniaca, BHT
L'autopsia, effettuata dal dottor Hamza Žujo, ha confermato che Vedran Puljić è stato assassinato da un colpo di arma da fuoco. Un pezzo della pallottola è stato infatti trovato nella testa del ragazzo. Poco dopo Oliver Knezović, 35 anni, originario di Sarajevo ma tifoso del Široki e residente nella cittadina erzegovese, si è consegnato alla polizia dichiarando di essere stato lui a sparare a Vedran. La giudice Vera Čavar ne ha ordinato l'arresto. Knezović è stato rinchiuso nel Tribunale di Široki Brijeg, ma la stessa notte, verso mezzanotte e mezza, sono andati a trovarlo la moglie e l'avvocato per portargli vestiti e oggetti personali. Knezović, approfittando della situazione, è fuggito. Due poliziotti che dovevano sorvegliarlo, Ivan Barić e Marino Barbarić, sono stati sospesi dalle loro funzioni.

Vai al resoconto della televisione croata, HRT
La notizia della fuga del reo confesso ha suscitato indignazione a Sarajevo. Hanno cominciato a diffondersi voci di una fuga organizzata. “Non mi sembra una cosa logica, consegnarsi e poi scappare”, ha affermato Aldin Popara, rappresentante dei tifosi del Sarajevo, noti come “Horde zla” (Le orde del male).

Dopo lo sconcerto iniziale, sono iniziate le reazioni. Manifestazioni a Mostar (i tifosi del Velež a favore di quelli del Sarajevo), mentre la città di Sarajevo si è mobilitata chiedendo la verità su quanto accaduto. A Široki Brijeg i tifosi della squadra locale (Škripari, dal nome dei gruppi ustaša che avevano continuato a combattere contro i comunisti dopo la fine della seconda guerra mondiale) hanno invece manifestato per chiedere i motivi della liberazione dei tifosi del Sarajevo, sospettati di aver provocato il caos a Široki Brijeg e anche loro in un primo momento trattenuti in stato d'arresto nella cittadina.

Alcuni giornali di Sarajevo hanno paragonato la situazione a quella del 1992, “mancano solo le granate”.

Lo scontro tra tifosi è diventato soprattutto scontro politico. Nazionale, direbbe qualcuno, perché si sa che la squadra di Sarajevo è prevalentemente “bosgnacca” e quella di Široki esclusivamente croata. Ma le cose sono un po' diverse. Vedran Puljić, il tifoso di Sarajevo ucciso a Široki Brijeg, non era un musulmano, un bosgnacco. Era cristiano. Un ragazzo cresciuto in una Sarajevo ancora (in parte) mista.

Le dichiarazioni dei politici, tuttavia, stanno sommergendo tutto. Si creano gli schieramenti. Le domande sul perché i tifosi si siano comportati in questo modo, perché Oliver Knezović abbia rubato (se l'ha rubata) la pistola ad un poliziotto e poi abbia sparato, perché abbia poi potuto fuggire dal Tribunale, vengono in secondo piano.

Eppure le risposte, almeno per ora, sono poche. Rimangono i fatti. Vedran Puljić sarà sepolto oggi a Sarajevo. Vittima innocente di un caos totale, di un odio che non finisce. In una Bosnia Erzegovina che quest'anno ricorda i 14 anni dalla fine della guerra.

ULTRAS UDINESE 1995... DIBATTITO SULLA NESSERA DEL TIFOSO..

Il 9 ottobre 2009 alle ore 20.30, presso l'Auditorium della Regione di via Roma n.2 a Pordenone, si svolgerà una conferenza-dibattito sul tema della "Tessera del tifoso".
La conferenza, atta a sensibilizzare l'opinione pubblica sull'argomento, si pone il fine di spiegare che cos'è e come funzionerà la Tessera del tifoso. Verranno in particolare analizzati gli aspetti giuridici esociali di questo strumento.Verranno inoltre spiegate le ragioni della contrarietà alla tessera che negli ultimi mesi hanno creato un fronte del NO, unendo la quasi totalità dei gruppi Ultras italiani, come poche volte era avvenuto prima. Il relatore sarà l'avv. Giovanni Adami di Udine, con la collaborazione di una psicologa specializzata nel settore. Al termine della conferenza sarà possibile porre domande, in modo da craere un dibattito il più costruttivo possibile sul tema, nel quale sarà concessa la parola a chiunque voglia intervenire. Alla conferenza saranno presenti: dirigenti dell'Udinese Calcio (siamo però inattesa della conferma ufficale), rappresentanti della tifoseria bianconera, appartenenti ad altre tifoserie e Gruppi ultras. La conferenzà sarà aperta a tutti con ingresso libero; sono perciò, caldamente invitati: autorità, rappresentati locali della comunità, parlamentari, giornalisti, ultras e tifosi. Ci teniamo a ribadire che le finalità di questa conferenza, è quella di capire lo strumento "Tessera del Tifoso", e soprattutto di spiegare il perchè ci stiamo mobilitando per osteggiarla in tutti i modi possibili, sempre rimanendo nei termini della legalià e della civiltà più assoluti. Invitiamo tutti a partecipare. La conferenza è organizzata dal gruppo Ultras Udinese 1995, con la partecipazione di tutti i gruppi della Curva Nord di Udine.