ERA LA STAGIONE 1983-84.... Un pò di storia.....




Era l'anno 1983 stagione calcistica 83\84, l'ultima volta che i giallorossi di Liedholm nella sfida di coppa campioni si scontrarono con i bulgari del CSKA Sofia.
la partita terminò con i tre punti portati a casa per il club Italiano, con goal marcato da Ciccio Graziani.
E così grazie a Graziani la Roma si qualificò ai quarti di finale.
Liedholm schierò per quel match:
Tancredi, Oddi, Bonetti, Righetti, Falcao, Nela, Conti B.( 41’s.t. Chierico), Cerezo, Graziani, Ancelotti, Vincenzi.

THE FIRM! UN FILM CHE RACCONTA DI NOI!

UN GEMELLAGGIO...... UNA STORIA!!!!!




Domenica c'è Sampdoria-Parma ed è obbligatorio rilanciare anche oggi l'appello di Crociato63, uscito ieri su queste colonne: «Tutti a Genova, ma tutti dabón». Perché lo stadio è bello, la partita promette spettacolo, il meteo preannuncia un'altra giornata di fine estate ma soprattutto perché c'è il “gemellaggio” tra le due tifoserie.
Gli ultrà del Parma sono gemellati con i colleghi della Sampdoria. E con quelli dell'Empoli. Un gemellaggio è più di un semplice patto d'amicizia (magari contro altre tifoserie), è condividere le stesse passioni. E' andare oltre il tifo per la propria squadra, vivere insieme le stesse emozioni. Per questo gli ultrà gemellati si frequentano, senza farsi influenzare da interessi economici o politici.

Gemellaggio Samp-Parma
Il gemellaggio tra tifosi crociati e blucerchiati è datato 1990, primo anno di serie A del Parma. Era il 7 ottobre 1990 e al Tardini si giocò il primo Parma-Sampdoria di serie A: fu anche l'occasione per gemellarsi. Un accordo saldato dai Boys con gli Ultras Tito che si è rafforzato nel tempo, nonostante siano cambiati i protagonisti del tifo in curva, da una parte e dall'altra. Un patto nato dagli stessi ideali di vivere il calcio, la curva e anche sul modo di tifare: non è un caso che doriani e crociati amino molto le grandi coreografie, con l'utilizzo di bandiere che colorano la curva. Almeno sino a quando si potevano utilizzare.
Gli ultrà della Samp e del Parma sono stati bravi a trasmettere questo patto di ferro tra tifoserie alle giovani leve che entravano nei Boys e negli Ultras Tito. I due gruppi si incontrano spesso e non solo in occasione delle gare di campionato. Sono molte le visite reciproche per le Coppe, i derby, i posticipi e gli anticipi: molti doriani hanno sostenuto il Parma in tante occasioni e viceversa. E domenica l'appuntamento si rinnova.

Empoli: il gemellaggio più datato
Gli ultrà di Parma e Empoli festeggiano i 25 anni di gemellaggio: è il legame più datato per i tifosi crociati. Nel 1984, durante una partita al Tardini, i gruppi ultrà delle due squadre si incontrarono e fecero amicizia. Anche in questo caso il gemellaggio non si limita ad eventuali incontri tra le due formazioni ma è condito da serate insieme e trasferte in compagnia.
Ed ora che l'Empoli gioca in B ed il Parma in A la frequentazione è ancora più assidua, visto che spesso le due tifoserie si sostengono negli impegni di campionato. Inoltre gli ultrà dell'Empoli, come del resto quelli della Sampdoria, partecipano alle feste dei gruppi.

I “divorzi”
Gli ultrà del Parma hanno portato avanti altri gemellaggi, ora interrotti. Il più lungo nel tempo è stato sicuramente quello con i tifosi dello Spezia, iniziato nel gennaio del 1978 e chiuso durante un'amichevole tra le due formazioni, il 4 agosto del 2007, a Salsomaggiore: una sorta di separazione consensuale per incompatibilità di carattere. Il gemellaggio con gli ultrà del Modena è durato 6 anni, dal 1978 al '84, per dissapori durante un derby Parma-Reggiana. Sedici anni (dal '84 al 2000) è durato il gemellaggio con il Verona e sette anni (dal '87 al '94) quello con il Cesena. Un capitolo a parte meriterebbe l'unico gemellaggio “internazionale” dei Boys, con i Devils di Bordeaux, durato nove anni (dal '98 al 2007) e chiuso per lo scioglimento del gruppo ultrà francese. Il tifo è anche questo: storie di amicizia nate in curva.

13 I MANIFESTANTI INDAGATI!

Sono 13 i manifestanti indagati per gli scontri di lunedì scorso, durante il corteo indetto dall’Onda contro i respingimenti e contro la partecipazione del ministro Roberto Maroni a un convegno all’Università. Per ora, perché le indagini proseguiranno, fanno sapere dalla Questura, «per individuare gli altri autori degli incidenti verificatisi nell’occasione». Terminato il primo lavoro di analisi della Digos, questa mattina è stata consegnata in procura la prima informativa sull’accaduto. Nel resoconto sui fatti di due giorni fa, sono 13 i nomi di manifestanti citati, ai quali la Digos contesta diversi reati. Per tutti c’è quello di manifestazione non autorizzata. Per qualcuno anche resistenza aggravata a pubblico ufficiale, lesioni aggravate a pubblico ufficiale, getto pericoloso di oggetti, travisamento, istigazione a delinquere e danneggiamento aggravato. Tra i 13 denunciati, si legge in una nota della Questura, c’è anche quello di un ragazzo individuato mentre «scagliava con violenza una torcia fumogena a fiamma viva» all’indirizzo del cordone di polizia, schierata all'imbocco di via Cartoleria. «Verosimilmente», dicono dalla Questura, questa torcia potrebbe aver colpito «il personale del reparto mobile». Nei momenti di tensione, infatti, sono rimasti feriti due agenti, che hanno riportato ustioni a causa di petardi e fumogeni lanciati dai manifestanti. Il corteo era organizzato dall’Onda, ma vi hanno partecipato anche attivisti del centro sociale Tpo, del collettivo Crash e alcuni ultras rossoblù.

UN FIORE PER UN TIFOSO FRANCESE.

Alcune migliaia di cittadini a Belgrado hanno posato i fiori ed acceso le candele davanti al monumento del Principe Mihajlo sulla Piazza della Repubblica rendendo gli onori al tragicamente morto tifoso francese Bris Taton. Sulla centrale piazza cittadina, gli onori sono stati resi anche dai rappresentanti del governo e da numerosi personaggi pubblici. Servizio a cura di Jelica Tapuskovic.
Moltissimi cittadini che si sono riuniti nella piazza centrale di Belgrado hanno espresso l’esasperazione e la tristezza per il tragico avvenimento, evidenziando allo stesso tempo che questa non è la vera immagine della Serbia. Il Partito giovanile del G17 più ha raccolto le firme che anche la giornata dei funerali di Bris Taton sia proclamata la giornata del lutto.
Il ministro dei giovani e dello sport Snezana Samardzic Markovic ha appoggiato quest’iniziativa, evidenziando che l’avvenimento è una grande tragedia per la Serbia.
“Sono qui per dimostrare, assieme a tutti i cittadini della Serbia, che esiste una Serbia diversa, che non esiste soltanto la Serbia con i bastoni, ma c’è anche la Serbia di persone civilizzate e ben educate alla quale anch’io ed un enorme maggioranza di cittadini serbi desidera appartenere”, ha detto la Samardzic Markovic.
Il segretario statale nel Ministero per i diritti umani e delle minoranze Marko Karadzic, che è anche l’organizzatore della commemorazione sulla Piazza della Repubblica, ha rilevato che, nonostante questo tragico avvenimento, esiste anche una Serbia diversa.
“La Serbia non dimenticherà mai il cittadino francese Bris Taton che ha perso tragicamente la vita a Belgrado. Con questo piccolo gesto umano ci impegniamo a dare il massimo nella lotta contro la violenza, per una Serbia democratica e tollerante”, ha rilevato Karadzic.
Un impiegato dell’Ambasciata francese a Belgrado ha dichiarato di sperare che la morte tragica di Taton servirà a risvegliare la coscienza che la lotta contro la violenza è necessaria in ogni sfera, che si tratti di violenza politica, sportiva o quella legata alla sfera privata. Lui ha aggiunto che nell’ambasciata sono arrivati numerosi telegrammi di condoglianze da tutte le parti della Serbia, e che i messaggi in cui si esprime il dispiacere arrivano sia dai più alti funzionari, organizzazioni e personaggi pubblici, sia dai semplici cittadini.
Il professore di psicologia e presidente del Partito socialdemocratico Zarko Korac ha dichiarato che in situazioni del genere la pressione dell’opinione pubblica è di chiave importanza.
“Questa è la cosa fondamentale in ogni società, perché allora le autorità devono reagire. Sono preoccupato per il fatto che la nostra società abbia tollerato finora tanta violenza, per questo motivo abbiamo avuto tanti avvenimenti terribili. Spero che ora cambieranno molte cose nel nostro paese, e sembra che la morte del tifoso francese abbia messo il punto, rilevando che la violenza non si può più tollerare”, ha evidenziato Korac.
Sulla Piazza della Repubblica, fra i cittadini riuniti ci sono stati moltissimi segretari statali e funzionari di partiti politici, come il ministro della diaspora Srdjan Sreckovic, il segretario statale nel Ministero della giustizia Slobodan Homen, il vescovo Atanasije, il leader del Partito democristiano Vladan Batic, il presidente della Lega dei socialdemocratici di Vojvodina Nenad Canak, il vicesindaco di Belgrado Radmila Hrustanovic, e molti altri personaggi del settore non governativo e di vita pubblica.
Ricordiamo, Bris Taton è stato ferito gravemente il 17 settembre alla vigilia della partita di calcio Partizan-Toulouse, quando un gruppo di tifosi-hooligans ha attaccato i tifosi francesi in un bar nel centro di Belgrado. Lui è moro ieri nel Centro clinico di Belgrado, e nella capitale serba oggi è stata proclamata la Giornata di lutto. La polizia ha arrestato il 19 settembre 11 persone sospettate di quest’attacco.

IN GUATEMALE... FINALE DA INCUBO!!!!!!!




ROMA (30 settembre) - Finale da incubo per l'arbitro Ruben Castellanos e i suoi collaboratori nella partita Universidad San Carlos-Heredia del campionato del Guatemala, terminata 1-1 e giocata il 26 settembre scorso Il direttore e i suoi assistenti, dopo il fischio finale, sono stati inseguiti e malmenati da alcuni tifosi incappucciati dell'Universidad San Carlos, inferociti per un rigore non concesso.

Ad avere la peggio è stato il guardialinee Wilson Menchù, rimasto isolato dagli altri due componenti la terna arbitrale, al quale sono stati applicati 30 punti interni e 24 esterni per suturare le ferite inferte dai teppisti con bastoni e sassi.

(ilmessaggiero.it)

Sssshhh....... Tanto proibizionismo, tanti divieti.... ed ora anche quello di parlare o cantare! BASTA!!!!

Gli ultras della curva Nord, in occasione di Taranto - Reggiana di domenica 27 settembre, si asterranno dal tifo per tutti i 90 minuti.
La tifoseria è stanca delle ennesime multe ricevute, cui colpa è solo di aver incitato la squadra; se le cose non cambieranno, questa protesta si protrarrà fino a fine campionato.
Amare il Taranto per noi non è reato.

Ultras Taranto

LET'S GO TIM! WE'VE A DREAM!.... ECCO ERA E RIMANE UN SOGNO PER I TIFOSI BARESI


La trattativa con Tim Barton per la cessione del Bari e' saltata. Ad annunciarlo ufficialmente e' l'ad della societa' Salvatore Matarrese. 'La Salvatore Matarrese spa - si legge sul sito del club - rende noto che oggi e' stata comunicata alla Jmj Holdings l'interruzione della trattativa per la vendita della partecipazione azionaria di maggioranza dell'As Bari'. Il 30 settembre la Jmj aveva chiesto una proroga di 60 giorni per completare la due diligence, richiesta respinta dalla Matarrese Spa.

(ansa.it)

Iamm a 'i giuvedì....


iamm a 'i giuvedì...
iamm, accatam e c vestime!
.....e pò... la dumenca tenem la toletta pronta pe 'i a 'i stadie!

oggi... jeans bluejeans! molto stretti!


Giuvedì prossme, vedem se c putem comprà nu par de maglie!

Consigli sull'abbigliamento ultras!

'N ce spennet tropp, ca i quatrine nen c stann!!!

LEGGIAMO UN PO'....


OFFRIAMO UN COSIGLIO PER GLI ULTRASLETTORI... UN LIBRO CHE RACCONTA LA STORIA DEL CLUB IRLANDESE!
Se volete potete aquistarlo su: http://www.celticforeverbook.blogspot.com/

Celtic Forever è una cavalcata tra la miriade di successi e i tanti personaggi che hanno fatto grande il club cattolico di Glasgow, nato nel 1887 su intuizione di un prete, Fratello Walfrid, per finanziare la mensa dove trovavano un aiuto e del cibo caldo i poveri di origine irlandese della città. Dai primi Old Firm con i Rangers, ai Lisbon Lions che nel 1967 conquistarono una storica Coppa dei Campioni contro l’Inter di Herrera, fino ad arrivare ai giorni nostri, la splendida maglia a strisce bianco-verde del Celtic è divenuta un’icona, il simbolo di un’intera comunità, quella irlandese, sparsa per tutto il mondo. Una comunità che si riconosce in tutto e per tutto in un club ormai tra i più famosi del Pianeta. Non a caso anche i supporter del Celtic al Parkhead hanno adottato come loro inno il celebre “You’ll never walk alone” di liverpudliana memoria. Perché i Bhoys non cammineranno mai soli e non scorderanno mai le loro origini e la loro storia, che vale certamente la pena di essere raccontata.

BUON COMPLEANNO BOLOGNA FC!!!!




La festa piu’ bella del secolo…la facciamo noi !
- Sabato 3 e Domenica 4 ottobre 2009 –
Sabato 3 ottobre 2009 è il nostro giorno. Il Bologna compirà cento anni. La sua storia,
le nostre emozioni, quelle dei nostri papà, dei nostri nonni, quel giorno avranno un
secolo di vita. E’ una data importantissima, il centenario, per migliaia di cuori rossoblu
di oggi e di ieri. Da ricordare per sempre e soprattutto…da festeggiare.
Noi Gruppi dell’A.Costa, insieme al Centro Bologna Clubs e a tutti i tifosi del Bologna,
vogliamo farlo. E farlo, come si dice, alla grande ! Sarà la festa più bella del Secolo !
Una festa che durerà 2 giorni: sabato 3 ottobre, il compleanno del Bologna, e
domenica 4 ottobre, in occasione della partita Bologna – Genoa.
Come?
Per domenica 4 ottobre abbiamo già ideato e organizzato una grande coreografia allo
stadio. Sarà memorabile e coinvolgente. Non possiamo svelare di più, ma possiamo
garantire che sarà un vero spettacolo, in cui tutto il pubblico sarà partecipe e attivo.
Ad ogni ingresso allo stadio infatti, saremo presenti e distribuiremo il materiale per la
coreografia da realizzare sui gradoni. Chiederemo a tutti di non utilizzare tale materiale
prima del nostro segnale: poco prima della partita una bandiera in curva Andra Costa
segnerà l’inizio della coreografia. E in quel momento i tifosi, tutti i tifosi, saranno
protagonisti, chiamati a colorare completamente il Dall’Ara di rossoblu.
Per fare tutto questo ci abbiamo messo un bel po’ di idee, tempo per realizzarle, qualche
sacrificio e soprattutto un sacco di soldi.
Vogliamo infatti sottolineare che la coreografia del 4 ottobre è totalmente a carico
nostro, di noi Gruppi e del Centro Bologna Clubs, di gente normale insomma, tifosi
appassionati, che amano il Bologna e vogliono solo festeggiarlo adeguatamente.
Per questo chiediamo a tutti gli altri tifosi un piccolo aiuto.
Ovvero la disponibilità a partecipare attivamente alla coreografia e se possibile un
piccolo contributo economico. Non pretenderemo nulla, ovviamente, sarà il singolo
tifoso a decidere se e quanto dare: agli ingressi saranno infatti presenti cassette per
una libera offerta il cui intero ricavato andrà a copertura delle spese sostenute per la
coreografia.
Non è finita.
Per autofinanziarci e celebrare ancora meglio la ricorrenza, per sabato 3 ottobre, presso
il Pala Nord, al Parco Nord, abbiamo organizzato la Festa della Curva, il nostro
Buon Compleanno al Bologna. Una festa che inizierà alle 19 e andrà avanti fino a notte
fonda, con ristorazione, bar, banchetti con materiale dei Gruppi, mostre
fotografiche, memorabilia, spazi dedicati all’informazione, musica dal vivo di
importanti gruppi di provata fede rossoblu, eccetera.
Anche in questo caso chiediamo a tutti i tifosi bolognesi di partecipare. Sarà bello
stare insieme, farsi due risate, divertirsi. Una serata davvero speciale e
indimenticabile, perché è il centesimo compleanno del nostro amico più caro:
IL BOLOGNA !
Grazie in anticipo e… FINO ALLA FINE FORZA BOLOGNA !
Gruppi Curva Andrea Costa e Centro Bologna Clubs

(urb74.it)

CHIEDE GIUSTIZIA...... E COME LUI ANCHE NOI!


L'IMMAGINE INDICA QUELLO CHE DOVREBBE ESSERE DAVVERO.. MA TUTTI SAPPIAMO CHE.. E' UNA GRAN CAZZATA!!!! VOGLIAMO GIUSTIZIA... QUELLA VERA!!!!

E' PAOLO SCARONI A SCRVERE QUESTA LETTERA.
PAOLO SCARONI UN ULTRAS DEL BRESCIA, SEGUIVA LA SUA SQUADRA IN CASA ED IN TRASFERTA CON TANTA PASSIONE E ALTRETTANTA EMOZIONE!
LUI OGNI DOMENICA SI RIUNIVA CON I PROPRI AMICI PER ANDARE ALLO STADIO COME DA RITO,
MA DA QUEL GIORNO LA SUA VITA CAMBIO'.
ESATTAMENTE IL 24 SETTEMBRE DEL 2005 NELLA STAZIONE DI PORTA NUOVA A VERONA,
LI SUBì UNA DELLE INGUSTIZIE DA PARTE DI CHI CI "COMANDA" O MEGLIO DAL SERVIZIO D'ORDINE.. BHè CI SIAMO CAPITI NO?!.
QUESTO è UN ENNESIMO GESTO REPRESSIVO VERSO CHI, TUTTI I GIORNI CERCA DI PORTARE AVANTI UN SUO IDEALE, UNA SUA PASSIONE, MA SOPRATUTTO IL SUO AMORE VERSO QUESTO SPORT CHE STA PER MORIRE.
SI AVETE CAPITO PRORPIO BENE STA PER MORIRE!!!!
IL CASO DI PAOLO è STATO FORZATAMENTE FATTO RIMANERE ALLO SCURO.
LORO SONO QUELLI CHE DOVREBBERO TUTELARCI E FAR RISPETTARE LE LEGGI, MA SONO I PRIMI AD ESSERE I VERI CRIMINALI!
PERCHè SOLO COSì SI POSSONO DEFINIRE!
NOI CHIEDIAMO GIUSTIZIA ANCHE PER:
GABRIELE SANDRI, FEDERICO ALDROVANDI, CARLO GIULIANI E PAOLO SCARONI!
DI INGUSTIZIE NE SONO STATE FATTE TANTE..... MA DI GIUSTIZIE... 0!!!!




scrivo questa lettera alla vigilia dell’anniversario di una data che mi ha cambiato la vita: il 24 settembre
del 2005.
Mi presento: sono Paolo Scaroni, abito a Castenedolo, piccolo paese della provincia di Brescia.
Ero un allevatore di tori.
Ero un ragazzo normale, con amicizie, una ragazza, passioni, sani valori -anche sportivi- e la giusta
curiosità. Facevo infatti molto sport e viaggiavo quando potevo.
Ero soprattutto un grande tifoso del Brescia.
Una persona normale, come tante, direbbe Lei.
Oggi non lo sono più (per la verità tifoso del Brescia lo sono rimasto, sebbene non possa più vivere la
partita allo stadio com’ero solito fare: cantando, saltando, godendo oppure soffrendo).
Tutto è cambiato il 24 settembre del 2005, nella stazione di Porta Nuova a Verona.
Quel giorno, alla pari di migliaia di tifosi bresciani -fra i quali molte famiglie e bambini- avevo deciso
di seguire la Leonessa a Verona con le migliori intenzioni, per quella che si preannunciava una sfida
decisiva per il nostro campionato di serie B. Finita la partita, siamo stati scortati in stazione dalla
polizia senza nessun intoppo o tensione. Dopo essermi recato al bar sottostante la stazione, stavo
tornando con molta serenità al treno riservato a noi tifosi portando dell’acqua al resto della compagnia
(era stata una giornata molto calda ed eravamo quasi tutti disidratati). Tutti gli altri tifosi erano già
pronti sui vagoni per fare velocemente ritorno a Brescia. Mancavano pochi minuti ed i binari della
stazione erano completamente deserti. Cosa alquanto strana visto il periodo, l’orario e soprattutto la
città in cui eravamo, centro nevralgico per il passaggio dei treni.
Improvvisamente, senza alcun preavviso o motivo apparente, sono stato travolto da una carica di
“alleggerimento” del reparto celere in servizio quel giorno per mantenere l’ordine pubblico e picchiato
a sangue, senza avere nemmeno la possibilità di ripararmi. Sottratto al pestaggio dagli amici (colpiti
loro stessi dalla furia delle manganellate), sono entrato in coma nel giro di pochissimo e quasi morto.
Dopo circa venti minuti dall’aver perso conoscenza sono stato caricato su un’ambulanza -osteggiata,
più o meno velatamente, dallo stesso reparto che mi aveva aggredito- e trasportato all’ospedale di
Borgo Trento a Verona. Lì sono stato operato d’urgenza. Lì sono stato salvato. Lì sono tornato dal
coma dopo molte settimane. Lì ho passato alcuni mesi della mia nuova vita. Una vita d’inferno.
Nel frattempo la mia famiglia, in uno stato d’animo che fatico ad immaginare, subiva pressioni e
minacce affinché la mia vicenda mantenesse un basso profilo.
Ai miei amici non andava certo meglio, nonostante tutti gli sforzi per far uscire la verità.
Ovviamente, alcune cose di cui sopra le ho sapute molto tempo dopo la mia aggressione. Il resto l’ho
scoperto grazie al lavoro del mio avvocato.
Dalla ricostruzione dei fatti e tramite le tante testimonianze, emerge un quadro inquietante, quasi da
non credere; ma proprio per questo da rendere pubblico.
In seguito alle gravissime lesioni subite, presso la Procura della Repubblica di Verona è iniziato un
procedimento a carico di alcuni poliziotti e funzionari identificati quali autori delle lesioni da me
subite. Nonostante il Giudice per le Indagini Preliminari abbia respinto due volte la richiesta
d’archiviazione, il Pubblico Ministero non ha ancora esercitato l’azione penale contro gli indagati.
Mi domando per quale ragione ciò avvenga e perché mi sia negata giustizia.
Oggi, dopo avere perso quasi tutto, rimango perciò nell’attesa di un processo, nemmeno tanto scontato,
considerati i precedenti ed i tentativi di screditarmi. Oltretutto i poliziotti erano tutti a volto coperto,
quindi non identificabili (com’è possibile tutto questo?), sebbene a comandarli ci fosse una persona
riconoscibilissima.
Dopo le tante bugie e cattiverie uscite in modo strumentale sul mio conto a seguito della vicenda,
aspetto soprattutto che mi venga restituita la dignità.
Ill.mo Ministro degli Interni, sebbene la mia vicenda non abbia destato lo stesso scalpore, ricorda un
po’ le tragedie di Gabriele Sandri, di Carlo Giuliani, ed in particolare di Federico Aldrovandi (accaduta
a poche ore di distanza dalla mia), con una piccola, grande differenza: io la mia storia la posso ancora
raccontare, nonostante tutto.
Le dinamiche delle vicende sopra citate forse non saranno identiche, ma la volontà di uccidere sì, è
stata la medesima. Altrimenti non si spiega l’accanimento di queste persone nei miei confronti,
soprattutto se si considera che non vi era una reale situazione di pericolo: era tutto tranquillo; ero
caduto a terra; ero completamente inerme. Ma le manganellate, come descrive il referto medico, non si
sono più fermate.
Forse, ho pensato, oltre alla vita volevano togliermi anche l’anima.
Per farla breve, in pochi secondi ho perso quasi tutto quello per cui avevo vissuto -per questo mi sento
ogni giorno più vicino a Federico- e senza un motivo apparente. Sempre ovviamente che esista una
giustificazione per scatenare tanta crudeltà ed efficienza.
Le mie funzioni fisiche sono state ridotte notevolmente, e nonostante la lunga riabilitazione a cui mi
sottopongo da anni con molta tenacia non avrò molti margini di miglioramento. Questo lo so quasi con
certezza: l’unica cosa funzionante come prima nel mio corpo infatti è il cervello, attivo come non mai.
Dopo quattro anni non ho ancora stabilito se questa sia stata una fortuna.
Ho perso il lavoro, sebbene abbia un padre caparbio che insiste nel mandare avanti la mia ditta,
sottraendo tempo e valore ai suoi impegni.
Ho perso la ragazza.
Ho perso il gusto del viaggiare (il più delle volte quelli che erano itinerari di piacere si sono trasformati
in veri e propri calvari a causa delle mie condizioni fisiche), nonostante mi spinga ancora molto
lontano.
Ho perso soprattutto molte certezze, relative alla Libertà, al Rispetto, alla Dignità, alla Giustizia e
soprattutto alla Sicurezza.
Quella sicurezza che Lei invoca ogni giorno, e tenta d’imporre sommando nuove leggi e nuove norme a
quelle già esistenti (fino a ieri molto efficaci, almeno per l’opinione pubblica).
Peccato però che queste leggi non abbiano saputo difendere me, Federico, Carlo e Gabriele dagli
eccessi di coloro che rappresentavano, in quel momento, le istituzioni.
Ill.mo Ministro degli Interni, alcune cose mi martellano più di tutto: ogni giorno mi domando infatti
cosa possa spingere degli uomini a tanto. Non ho la risposta.
Ogni giorno mi domando se qualcuna di queste tragedie potesse essere evitata. La risposta è sempre
quella: sì.
A mio modesto parere, ciò che ha permesso a queste persone di liberare la parte peggiore di sé è stata la
sicurezza di farla franca.
Sembra un paradosso, ma in un Paese come il nostro in cui si parla tanto di “certezza della pena”, di
“responsabilità” e di “omertà”, proprio coloro che dovrebbero dare l’esempio agiscono impuniti
infrangendo ogni legge scritta e non, disonorano razionalmente la divisa e l’istituzione rappresentata,
difendono chi fra loro sbaglia impunemente.
Ill.mo Ministro degli Interni, dopo tante elucubrazioni, sono giunto ad una conclusione: se queste
persone fossero state immediatamente riconoscibili, responsabili perciò delle loro azioni, non si
sarebbero comportate in quella maniera ed io non avrei perso tanto.
Le chiedo quindi: com’è possibile che in Italia i poliziotti non portino un segno di riconoscimento
immediato come accade nella maggior parte delle Nazioni europee?
Ill.mo Ministro degli Interni, io non cerco vendetta, semmai Giustizia.
Mi appello a Lei ed a tutte le persone di buon senso affinché questi uomini vengano fermati ed
impossibilitati nello svolgere ancora il loro “dovere”.
Chiedo quindi che si faccia il processo e nulla sia insabbiato.
Cordiali saluti.
Paolo Scaroni, vittima di uno Stato distratto.