Sono 13 i manifestanti indagati per gli scontri di lunedì scorso, durante il corteo indetto dall’Onda contro i respingimenti e contro la partecipazione del ministro Roberto Maroni a un convegno all’Università. Per ora, perché le indagini proseguiranno, fanno sapere dalla Questura, «per individuare gli altri autori degli incidenti verificatisi nell’occasione». Terminato il primo lavoro di analisi della Digos, questa mattina è stata consegnata in procura la prima informativa sull’accaduto. Nel resoconto sui fatti di due giorni fa, sono 13 i nomi di manifestanti citati, ai quali la Digos contesta diversi reati. Per tutti c’è quello di manifestazione non autorizzata. Per qualcuno anche resistenza aggravata a pubblico ufficiale, lesioni aggravate a pubblico ufficiale, getto pericoloso di oggetti, travisamento, istigazione a delinquere e danneggiamento aggravato. Tra i 13 denunciati, si legge in una nota della Questura, c’è anche quello di un ragazzo individuato mentre «scagliava con violenza una torcia fumogena a fiamma viva» all’indirizzo del cordone di polizia, schierata all'imbocco di via Cartoleria. «Verosimilmente», dicono dalla Questura, questa torcia potrebbe aver colpito «il personale del reparto mobile». Nei momenti di tensione, infatti, sono rimasti feriti due agenti, che hanno riportato ustioni a causa di petardi e fumogeni lanciati dai manifestanti. Il corteo era organizzato dall’Onda, ma vi hanno partecipato anche attivisti del centro sociale Tpo, del collettivo Crash e alcuni ultras rossoblù.
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