Era il 1985 quando il mondo del calcio, e l'Inghilterra più di tutti, finì sotto choc per i drammatici fatti dell'Heysel, con le 96 vittime della finale dell'allora Coppa dei Campioni tra Liverpool e Juventus. Nei momenti di panico che stroncarono la vita di tanti italiani, sia i tifosi che i gruppi di tifo organizzato vennero iscritti nella lista nera della cronaca sportiva, ma anche e soprattutto messo nel mirino della giustizia. L'allora "lady di ferro", premier del paese, Margaret Thatcher, prese una decisione che, forse, sarebbe giusto prendere anche in Italia quest'anno: ritirò tutte le squadre inglesi dalle competizioni internazionali, prima che l'UEFA le squalificasse per un anno (il Liverpool fu bandito per 5 anni). Nonostante il dramma, però, gli inglesi non fermarono il calcio in casa propria: la lotta contro i violenti hooligans fu molto aspra e decisa. Da allora il pubblico è tornato sugli spalti.
Ma "il modello inglese" non si è creato da un giorno all'altro: vediamo insieme, per gradi, come e dove si sia concentrata nel tempo l'azione delle autorità inglesi per arginare il "fenomeno hooligans".
Il Taylor Report è stata l'indagine-ricerca alla base della lotta alla violenza in Inghilterra come spiega Paolo PianiIndagine che contiene tutta una serie di suggerimenti e raccomandazioni necessarie per contrastare la violenza dei tifosi.
La ricetta inglese per riportare la gente negli stadi è passata attraverso :
1) la completa ristrutturazione degli impianti con la eliminazione delle barriere tra il campo di gioco e la tribuna, seggiolini in tutti i settori, capienza di almeno 20mila posti e possibilmente dotati di box privati, uso di telecamere a circuito chiuso;2) presa di coscienza dei tifosi dopo il bando europeo;
3) responsabilizzazione delle società a cui è stata affidata la sorveglianza all'interno degli impianti attraverso la presenza di stewards privati (pagati dai club) in collegamento via radio con la polizia presente solo all'esterno degli impianti;
4) divieto per le società di intrattenere rapporti con i propri tifosi, fatta eccezione per la collaborazione finalizzata a prevenire possibili incidenti;5) creazione di una squadra speciale di sorveglianza nazionale anti-hooligans: la National Football Intelligence Unit costituita da Scotland Yard nel 1989. Un agente è affidato a ognuna delle 92 società professionistiche e si occupa – viaggiando sempre al seguito della tifoseria - della schedatura dei tifosi violenti e di azioni di infiltrazione. Con questo sistema è stato possibile schedare, in un'apposita banca dati, circa settemila tifosi;
6) sistema "Crimistoppers" (in dieci anni ha permesso la cattura di oltre 15mila ultras) ideato da un gruppo di privati: esiste un numero verde a cui si può telefonare (media di circa 200 al giorno) per segnalare episodi, persone sospette e/o situazioni pericolose. Le denunce sono rigorosamente anonime così come la ricompensa ai cittadini che permettono la cattura degli eventuali teppisti.
Dal lato normativo:
a) lo Sporting Event Act (1985) vieta l'introduzione degli alcoolici negli stadi;
b) il Pubblic Order Act (1986) indica come reato il comportarsi alle partite in modo "allarmante", anche se non violento, concedendo ai magistrati il potere di impedire l'accesso negli stadi a singoli tifosi "violenti" che devono presentarsi ai rispettivi comandi di polizia in occasione delle partite;
c) ll Football Offences Act (1991) permette alla polizia di arrestare e far processare per direttissima i tifosi anche solo per violenza verbale (linguaggio osceno e cori razzisti).
Misure queste tutte in vigore in Gran Bretagna e che il governo Blair, nell'impossibilità di un'applicazione in occasione delle trasferte all'estero dei tifosi, ha ben supportato con l'approvazione del Football Disorder Act. Questa legge conferisce poteri enormi a Scotland Yard che può sequestrare il passaporto di un sospetto appena cinque giorni prima di una gara che si disputi all'estero.
A tutto ciò si aggiunge la gogna mediatica che sistematicamente svergogna gli hooligans. La stampa britannica, con il supporto degli stessi club e dei privati che spesso forniscono foto, filmati e indicazioni, è usa additare sui tabloid i facinorosi e violenti che trasformano in gazzarra le manifestazioni sportive, e che imbrattano e devastano le città.
Ma tutto ciò sarebbe possibile in Italia?
Quante volte in Italia ci si batte per i "diffidati"? Tante, troppe...
Quello che serve da noi è una presa di posizione anche di chi domenicalmente gioca sui capmi di calcio. La cultura sportiva non si può insegnare in poco tempo. Ma bisogna cominciare e tutti devono fare la propria parte: quando si sente un coro razzista, un coro che insulta l'avversario devono essere i giocatori in campo a fermarsi. Fermi. Immobili. Finchè non finisce il coro razzista o di insulto. La violenza si combatte solo insegnado i valori dello sport.
Con la speranza che quegli imbecilli, quei teppisti, ora anche assassini, che vanno allo stadio per fare a botte, per scontrarsi con la polizia vengano finalmente espulsi dalle curve degli stadi.
BENE ABBIAMO SPIEGATO UN PO LA STORIA E COME SI E' ARRIVATI A QUESTO BLASONATO "MODELLO INGLESE".
UN MODELLO CHE SEMBRAVA AVER SCONFITTO IL FENOMENO DEGLI HOOLIGANS, DELLA VIOLENZA NEGLI STADI. MA NON E' PROPRIO COSì. CE LO HA DIMOSTRATO LA PARTITA DI QUEST'ESTATE DI COPPA TRA MILLWALL-WEST HAM, DOVE UNA STORICA RIVALITà, NATA PER PROBLEMI SOCIALI TRA I DUE QUARTIERI, GIà NEGLI ANNI '70, E POI MATURATA NEGLI STADI TRA LE DUE TIFOSERIE.
FACEVANO BUONA PUBBLICITà DI QUESTO MODELLO, DOVE PERò NON CI FACEVANO PRESENTE CHE IL FENOMENO SI ERA TRASFERITO NEGLI STADI DI BASSA CATEGORIA, NELLE STAZIONI DI METROPOLITANE OPPURE OGNI QUALVOLTA CHE LA NAZIONALE INGLESE ANDAVA A GIOCARE IN TRASFERTA.
BENE COSì SI E' SVELATO IL TUTTO.
COSì IN ITALIA, CHE CI PIACE TANTO IMITARE, SIAMO ARRIVATI ALLA SCHEDATURA DI OGNI SINGOLO TIFOSO, PARLIAMO CHIARAMENTE DELLA TESSERA DEL TIFOSO, IGNORANDO PERò LORO CHE CON UNA DIVISA SI PERMETTONO DI PROVOCARE E ABUSARE DI QUELLO CHE LORO CREDONO DI AVERE CHE SI CHIAMA: POTERE E CHE SONO IRRICONOSCIBILI!
SI ALLORA E' PROPRIO QUELLO CHE VOGLIAMO, IL MODELLO INGLESE SIAMO D'ACCORDO.. MA A MODO NOSTRO!!!!
IL MODELLO INGLESE!!!
Pubblicato da stileultrastilecasual! alle 12:15
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