TORNA LIBERO UN ULTRAS GIALLOROSSO.

L'ultras giallorosso JP torna libero. Lo ha deciso il gip Ercole Aprile, accogliendo l’istanza di scarcerazione presentata dai legali del 23enne leccese, gli avvocati Giuseppe Milli e Renata Minafra, i quali si sono spesi senza riserve in un un’aspra battaglia legale per far revocare la misura di custodia nei confronti loro assistito. JP era uno di quei 14 ultrà della tifoseria giallorossa che furono arrestati dagli uomini della squadra mobile lo scorso 26 maggio, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di atti di violenza nei pressi dello stadio in occasione delle partite del Lecce. In seno a queste accuse, su JP ne grava una specifica e particolarmente pesante: quella di tentato omicidio plurimo aggravato per il lancio di una bomba carta con circa 800 grammi di polvere da sparo contro un contingente dei carabinieri durante un corteo non autorizzato di tifosi per festeggiare il centenario della società giallorossa. Fatti avvenuti il 16 marzo del 2008.

Il giovane fin da subito si è proclamato innocente, ma contro di lui c’è stata soprattutto la testimonianza di un tenente dei carabinieri, il quale ha asserito di aver riconosciuto JP come colui che avrebbe lanciato l’ordigno, fornendo una descrizione del suo abbigliamento. Gli avvocati difensori del giovane, hanno portato all’attenzione della Procura un filmato amatoriale, fatta con un videofonino, che dimostrerebbe come almeno sette secondi prima il 23enne si trovasse lontano circa 200 metri dal luogo dove è poi stato gettato l’ordigno. Ma il dvd, presentato dapprima all’attenzione del gip Nicola Lariccia e poi al Tribunale del Riesame, non ha sortito da subito l’effetto sperato. Libertà negata.

La difesa ha dunque cacciato l’asso nella manica: nella nuova istanza di scarcerazione presentata al gip Ercole Aprile lo scorso 29 settembre, i difensori hanno prodotto l’ingrandimento di un fotogramma, elaborato appositamente da un consulente informatico di Arezzo, che permetterebbe di vedere come JP si trovasse inizialmente al centro del corteo, per poi allontanarsi e ricomparire circa sette secondi prima del lancio dell’ordigno. Per gli avvocati, da una tale distanza sarebbe stato impossibile scagliare la bomba contro il blindato dei carabinieri. D’altro canto, le immagini sembrerebbero evidenziare come nello stesso luogo vi fosse un’altra persona con abiti simili a quelli di JP. Per il gip, che sottolinea come il quadro sia ancora tutt’altro che definito e definitivo, allo stato dei fatti, non vi sarebbe comunque certezza sulle reali identità del lanciatore e da qui la decisione di ridare la libertà al 23enne.

“L’abnegazione della difesa che ha dimostrato con indagini autonome l’estraneità di JP”, commentano soddisfatti gli avvocati Giuseppe Milli e Renata Minafra, “ha permesso alla giustizia finalmente di trionfare. A questo punto l’impianto accusatorio generale del processo ha subito un notevole scossone”.

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